sabato 10 gennaio 2009

Avete letto qualche romanzo?

 Le studentesse e gli studenti del liceo scientifico Albert Einstein hanno iniziato a leggere i romanzi delle scrittrici e degli scrittori migranti. Pagine accattivanti? Spiazzanti? Curiose? Qui c'è spazio per i commenti. Altra possibilità: aprire un account su aNobii e scrivere lì le proprie opinioni. A voi la scelta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ho appena finito di leggere: la mano che non mordi di ornela vorpsi...e una storia con molti spunti per riflettere pero forse e un po statica e la narrazione procede a rilento ...

Anonimo ha detto...

Noi, Gaia e Matteo, abbiamo letto il libro di Ziarati, Salam Maman. Il personaggio che ci è più piaciuto è stato Puyan, il fratello di Alì. Puyan è sempre stato un appassionato di fotografia e si è rivelato molto bravo vincendo diversi concorsi. Proprio grazie alla fotografia è entrato a far parte di un giornale londinese attraverso al quale ha avuto la possibilità di esprimere la sua ripugnanza verso la dittatura nel suo paese. Puyan si schiera contro lo shah prima e a favore della rivoluzione poi, ma finisce per emigrare all’estero per poter continuare il suo lavoro di fotografo quando si accorge che il governo post-rivoluzionario non funziona. Nonostante Alì sia il protagonista, Puyan assume un ruolo importante in quanto buona parte del romanzo tratta del suo personaggio. Attraverso le azioni di Puyan, ci si accorge di come il popolo iraniano volesse che la situazione interna al Paese cambiasse durante la monarchia dello Shah. Non c’era libertà di parola e ci sono stati molti omicidi da parte dell’esercito reale. La gente iraniana si è messa a disposizione di chi ha promesso un cambiamento radicale della situazione, di chi ha promesso che finalmente l’Iran sarebbe stato indipendente da qualsiasi influenza occidentale. La situazione non è però migliorata, rivelando l’inutilità della rivoluzione e l’inganno che è stato giocato al popolo iraniano. In conclusione troviamo che il suo personaggio sia un modello per chiunque decida di non chinare sempre il capo davanti ai soprusi del governo.

Anonimo ha detto...

Salam maman: “Ora potrei facilmente incontrare la morte, ma finché posso vivere non le andrò incontro; anche se un giorno, costretto, affronterò la morte, non ha importanza, l’importante è se la mia vita o la mia morte abbiano avuto qualche influenza sull’esistenza degli altri”. Questa breve frase, tratta dalla favola del Pesciolino Nero, che spesso Puyan narra al fratellino Alì, coglie appieno il messaggio che l’autore ci vuole mandare riguardo la sua esperienza. Come il pesciolino, nonostante rischi la morte ogni giorno, per le continue guerre, Alì non si dà per vinto, prendendo come idolo il fratello Puyan. Il loro rapporto si intensificherà nel corso del romanzo e rimarrà tale anche dopo la loro separazione.